Il Polittico di G.B. Cima da Conegliano

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Custodito all'interno della Basilica di Santa Maria Maggiore, in una cappella protetta e condizionata, il Polittico di Cima da Conegliano troneggia imponente.

In questa sezione potete ammirarlo pannello per pannello.
Ma la spettacolo che da di se nella sua naturale collocazione è ineguagliabile.

Per visitarlo tel./fax:0835 559521

Cima da Conegliano ed il Polittico

di Angelo Palumbo

 

Cima da Conegliano

Conegliano 1459 c. 1518 c.
Chiesa Madre, Miglionico, polittico.

18 Pannelli disposti in quattro ordini: Madonna con Bambino (cm. 152x70); San Francesco (cm. 11 1,5x 43); San Girolamo (112x 42,5); San Pietro (cm. 11 1x 42); San Antonio da Padova (cm. 112x41); S. Chiara (cm. 45x43); S. Luigi di Tolosa (cm. 45x42,5); S. Bernardino (cm. 45,5x43); S. Caterina (cm. 46x43); Cristo Passo (cm. 67,5x64,5); Annunciazione (cm. 50,5x55-51x55,5); Santi Protomartiri Francescani (cm. 30,5x21-30,5x21,5-31x35-31x32,5-30,5x32,5- 31x35).

Sul piedistallo del pannello centrale la scritta "Ioanes Baptista/P/1499".
Tempera su tavola. Stato di conservazione: Buono ma lacunoso.

L'opera, di grande importanza per il patrimonio artistico della nostra regione, arrivò a Miglionico, così come ricorda una tradizione locale, perché acquistato da Don Marcantonio Mazzone, arciprete del paese, nel 1598. Il primo apprendistato avviene nel suo paese di origine con Dario da Treviso, ma già negli anni 80 sarà a Venezia, dove, forse frequentò la bottega di Alvise Vivarini, l'artista a cui sembra ispirarsi nel periodo giovanile, ma i modelli della sua produzione matura saranno Giovanni Bellini e Antonello da Messina.

Questi, quindi, i referenti culturali del nostro artista, che ben presto "... assimilò la lezione di Antonello, basata sulla resa monumentale delle figure con il punto di vista ribassato, ripresa da G. Bellini, facendo sì che la figura proponga un'idealizzante lisciatura di volumi, una quiete di rappresentazione che rende un effetto di solenne classicità che è quasi greca" (L. Menegazzi - C. da Conegliano).

Ritroviamo queste considerazioni nell'impaginazione iconografica del "nostro" polittico che strutturalmente è molto vicino a quelli di Olera (1486/1488) e di S.Fior.

La lezione dei maestri viene, quindi assimilata e fatta propria da Cima, che, comunque, non sarà mai un freddo imitatore. Anche nelle tavole di Miglionico possiamo cogliere quel sentimento panteistico della natura, che non è mera accademia e che invece esalta il mistero dell'immagine sacra. I luoghi della memoria, intesi come tempo della purezza, lui più volte riprenderà in molti suoi capolavori: le colline della sua Conegliano con le torri medioevali, assurgono a spazio ideale in cui il fatto religioso può svelarsi ai nostri occhi, perché solo i lunghi silenzi della natura possono accogliere l'armoniosa rivelazione del sacro che è sublimazione della passionalità umana, il dramma viene così ad essere escluso, perché estraneo alla natura divina.

Quel drappo sottile, citazione da Antonello e Giovanni, che quasi impercettibilmente funge da quinta al trono marmoreo della pensierosa Madonna, non è cesura netta con il mondo dei fenomeni, anche se la brezza che disperde le rade nuvole non può scomporre le pieghe cristalline del manto della Vergine. Le figure dei Santi Francesco, Girolamo, Pietro e Antonio da Padova, descritti a tutta altezza, poggiano su di una lastra marmorea che che crea il primo piano di un profondissimo cannocchiale prospettico che si perde nel chiarore dell'orizzonte, segnato dalle colline alle loro spalle.

La monumentalità serena e pacata di questi dottori della chiesa si stempera nel caldo abbraccio della campagna e il sapiente uso dei chiaroscuri attenua l'imponenza dei volumi. Il restauro, effettuato negli anni 60 dall’ICR di Roma, ha eliminato le ridipinture, effettuate, forse, nel 1782, che hanno purtroppo rivelato gravi lacune nella superficie pittorica; inoltre, si è meglio palesato l'intervento della bottega nei santi della predella, così come avevano ipotizzato il Pallucchini e lo Hienemann, per il quale è pure di bottega l' "Annunciazione" della cimasa, forse, di Giovanni Martini (a tal proposito il Berenson osservava che la Vergine Annunziata gli pareva atteggiata come quella di Antonello).


 

Breve storia del Polittico

di Doriana Calluso

Il Polittico di Cima da Conegliano deve la sua presenza in Miglionico all'eccellentissimo Don Marcantonio Mazzone parroco oltre che letterato e musicista affermato di questo paese, il quale, secondo una tradizione locale, lo acquistò a Lipsia nel 1598 per collocarlo nella sua parrocchia.

Il Polittico è formato da diciotto tavole disposte in quattro ordini. Al centro troviamo la "Madonna in trono col bambino" sul cui piedistallo compare la scritta "IOANES/BAPTISTA/P/1499"; ai lati, a figura intera, troviamo S. Francesco d’Assisi. S. Girolamo, S. Pietro e Sant' Antonio da Padova; nell'ordine soprastante, a mezzo busto, S. Chiara, S. Ludovico, S. Bernardino e S. Caterina d'Alessandria; nella cimasa il Cristo Passo tra l'Annunciata e l'Angelo annunciante; infine, nella predella, Santi protomartiri francescani. Manca la tavoletta centrale della predella ove, forse era raffigurata la Natività.

Nel 1782, dopo il suo smembramento, il Polittico fu ricomposto nell'attuale cornice da una nobile famiglia di Miglionico i quali aggiunsero nel pannello in basso a destra, lo stemma di famiglia.

Nel 1907 lo studioso Martin Wackernagel, confrontando il Polittico con la Pala dragan ("madonna dell'Arancio" della Galleria dell'accademia di Venezia, 1496 circa) lo attribuì a Giovan Battista Cima da Conegliano. Lo schema architettonico è lo stesso adoperato nel polittico della chiesa parrocchiale di Olera (BG) (1489) e che sarà riproposto nella chiesa parrocchiale di S. Fior (TV) (1507).

Il fondo dorato del Polittico di Olera viene sostituito da cieli aperti percorsi da cirri piumosi, alle spalle della Madonna e dei Santi a figura intera, troviamo paesaggi di colline che digradano verso l'acqua sulle cui sponde si bagna un borgo con chiesa. Le figure della Vergine e dei Santi appaiono serene e tranquille, in perfetto legame con il paesaggio circostante, sono descritte mediante un disegno dalla geometria semplice e precisa, modulato da una gamma di colori apparentemente freddi ma stesi con finezza di gradazioni e con accostamenti di singolare limpidezza.

Il Polittico, costituito da pannelli di legno di pioppo, è stato più volte sottoposto a restauro: il primo risale al 1928; il successivo al 1962, in occasione dell'esposizione in mostra a Treviso. Nel 1964 i diciotto pannelli sono stati trasportati a Roma presso l'Istituto Centrale di Restauro dove si è provveduto al restauro totale. Nel 1972 si è resa necessaria la disinfestazione antitarlo dell'opera. Nel 1989/90 si è proceduto al restauro della cornice settecentesca. Nel 1997, prima della restituzione alla città di Miglionico si è proceduto al restauro del paliotto e alla revisione della cornice lignea dorata ad opera delle restauratrici della Soprintendenza per i Beni Artistici e storici di Matera.


AdmirorGallery 3.0, author/s Vasiljevski & Kekeljevic.
 

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